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		Dalla generazione della quantità
		 
		
		
		alla generazione della qualità 
		  
		
		
		Se i tassi di disoccupazione giovanile in Sicilia, in Italia e in Europa 
		hanno sempre superato di molto i tassi di disoccupazione generale, la 
		recente crisi economica ha accentuato tale tendenza facendo raggiungere, 
		agli indicatori di occupazione giovanili, livelli mai visti in senso 
		negativo.  
		 
		
		Secondo la fondazione dell’Unione Europea, Eurofound, la cosiddetta 
		generazione dei “Neet” (Not in Employment, Education or Training), cioè 
		a dire dei 14 milioni di giovani europei che non studiano, non lavorano 
		e non stanno cercando un'occupazione, fa perdere ogni anno all’intera 
		economia europea oltre 150 miliardi di euro e solo in Italia ben 32,6 
		miliardi di euro. Per avere un’idea se i 2 milioni di giovani 
		“neet”italiani trovassero un impiego contribuirebbero a far crescere il 
		prodotto interno lordo del 2%. 
		 
		
		E così tassi di disoccupazione giovanile al 33,3%, in media in tutta 
		Europa, che raggiungono livelli pari al 36% in Italia e che addirittura 
		superano il valore del 50% nelle nostre realtà locali, insieme a 
		insufficienti livelli di formazione e transizioni prolungate dal sistema 
		educativo al mercato del lavoro, completano uno scenario per nulla 
		roseo. 
		 
		
		La generazione di coloro che sono nati tra il tra il 1945 ed il 1964 è 
		spesso definita come la generazione del “baby boom”, una generazione 
		sicuramente più fortunata delle ultime, ma sopratutto più numerosa e 
		dunque maggiormente in grado di condizionare l’agenda politica socio-economica 
		del nostro paese. 
		 
		
		La scorsa estate il Censis ci ricordava come ci siano tre tappe nella 
		vita di ogni giovane, tre tappe classiche quali: fare figli, farsi 
		strada e trovare spazio per una leadership. Di tutto questo, concludeva 
		amaramente il direttore della Fondazione, la generazione del “baby boom” 
		non è capace di garantire alla nuova generazione niente. 
		 
		
		Lungi dal far partire battaglie generazionali, la certezza di una 
		riflessione sui giovani, più obbligata che necessaria, è evidente. 
		
		È dinanzi a questo scenario che abbiamo voluto realizzare una semplice 
		ma attenta analisi sui giovani tra i 18 ed i 34 anni della nostra città, 
		ponendoci alcune domande: Cosa pensano della situazione attuale i nostri 
		giovani sancataldesi? Come vedono il futuro? Quali sono i valori più 
		importanti nel loro quotidiano e come si confrontano con la politica di 
		questi tempi? 
		 
		
		Nel lavoro di analisi che di seguito condividiamo con voi abbiamo visto 
		che emerge un ritratto della gioventù sancataldese abbastanza 
		disincantato. Se da una parte infatti, la situazione attuale è vissuta 
		come soddisfacente per oltre il 40% degli intervistati, le paure del 
		futuro sono ben evidenti sopratutto con l’avanzare del completamento 
		della formazione educativa e professionale. La sfiducia nei confronti 
		della politica è compensata dalla profonda fiducia nei legami con la 
		famiglia e i gruppi di amici.  
		 
		
		I partiti rimangono uno spazio privilegiato per il funzionamento della 
		democrazia e internet tuttavia è relegato ancora a strumento marginale 
		d’informazione e partecipazione politica per molti di loro. 
		
		I giovani della nostra città credono nella democrazia, rifiutano i 
		totalitarismi e ritengono che buone relazioni familiari insieme ad un 
		buon livello culturale e professionale venganmo prima dei soldi e del 
		successo, pur tuttavia importanti e necessari. 
		 
		
		In poche battute, potremmo dire che la nuova generazione successiva a 
		quella dei nostri padri, che dal poco è passata al molto, 
		nell’affrontare l’amaro passaggio dal molto al poco, ha trovato la 
		chiave di lettura negli aspetti qualitativi del vivere quotidiano. 
		Possiamo quasi affermare che è una generazione maggiormente alla ricerca 
		di una autentica qualità di vita non potendo in molti casi incrementarne 
		la “quantità” in termini di benessere economico. 
		 
		
		Un appelo che ci permettiamo di lanciare dunque ai nostri governanti, 
		come ormai facciamo da anni è quello di comprendere tale cambio per 
		valorizzarlo nei prossimi anni di gestione amministrativa.  
		 
		
		Incentivi all’imprenditorialità giovanile locale, un’attenta riflessione 
		rispetto ai temi della formazione dei giovani sancataldesi ed infine una 
		visione sistemica del territorio, capace di far emergere le sinergie già 
		presenti, possono far uscire dalla spirale del pessimismo i nostri 
		giovani, ma sopratutto la nostra provincia sempre tristemente relegata 
		agli ultimi posti delle classifiche che registrano il dinamismo 
		economico e sociale sul territorio nazionale. 
		
		A riprova di questo dialogo che intendiamo tenere attivamente aperto con 
		chi amministra il nostro territorio, inauguriamo, a partire da questo 
		numero, uno spazio di comunicazione che mettiamo a disposizione della 
		Giunta comunale. In questo spazio si comunicheranno alla cittadinanza le 
		iniziative realizzate e portate avanti negli utlimi mesi per permettere, 
		a quanti interessati, di valutarne l’efficacia dell’azione di governo. 
		 
		
		Ci riserviamo, come abbiamo fatto negli ultimi sei anni, di proporre da 
		questi spazi misure di intervento e linee d’azione utili alla 
		collettività, continuando a portare avanti in maniera libera e 
		trasparente il nostro lavoro di studio e di analisi socio-economica del 
		territorio sancataldese, stimolando il dibattito e la riflessione in tal 
		senso. 
		 
		
		Conoscere, come in questo caso, i giovani della nostra città significa 
		lanciare un segnale di speranza per quanti vengono dietro ed un sengale 
		di pacificazione con quanti sono più avanti negli anni. Non si risolvono 
		questioni di questo calibro con gli scontri e le urla, ma attraverso 
		quella capacità sistemica tanto deficitaria per decenni alla nostra 
		classe politica nazionale e locale.  
		 
		
		In questo modo riusciremo a comprendere e, maieuticamente a tirar fuori, 
		il miglior potenziale di tutte le generazioni garantendo quantità e 
		qualità per quanto possibile a quanti più cittadini. 
		  
      Massimo Cermelli  
       ®copyright 
		dicembre 2012 
		  
		
		
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